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Трактирщица / La locandiera. Итальянский шутя - стр. 5

– Все, хватит. До скорого!

– Несчастный идиот (сумасшедший)!

– Я знаю, я знаю. Пока.

3) – Мне никто не нужен. Хотя кто знает.

– Ты грубый как медведь.

– Нет, я чувствительный, но слишком люблю свободу.

4) Почему ты держишь меня в ожидании (в надежде)?

5) Мне хватит одного, и он у меня есть (мне его не недостает).

6) В некоторые моменты мне кажется, что я ей нравлюсь, в другие моменты – что я ей не нравлюсь. Она все хочет делать по-своему.

7) Лучшее всегда будет моим, потому что другие приходят и уходят, а я всегда остаюсь.

Scena quindicesima

Mirandolina con la biancheria, e detto.

MIRANDOLINA: Permette, Signore? (Entrando con qualche soggezione.)

CAVALIERE: Che cosa vuole? (Con asprezza.)

MIRANDOLINA: Ecco qui della biancheria migliore (S’avanza un poco.)

CAVALIERE: Bene. La metti lì. (Accenna il tavolino.)

MIRANDOLINA: Guardi almeno.

CAVALIERE: Che roba è?

MIRANDOLINA: Le lenzuola son di tela. (S’avanza ancor più.)

CAVALIERE: Tela?

MIRANDOLINA: Sì signore. Guardi.

CAVALIERE: Non pretendo tanto. Mi basta qualche cosa meglio di quel che mi ha dato.

MIRANDOLINA: Questa biancheria l’ho fatta per personaggi di merito: per quelli che la sanno conoscere[31]; e in verità, Signore, la dò per lei, ad un altro non la darò.

CAVALIERE: Per lei! Solito complimento.

MIRANDOLINA: Guardi il servizio di tavola.

CAVALIERE: Oh! Queste tele di Fiandra[32], quando si lavano, perdono molto.[33] Non c’è bisogno di darle a me.

MIRANDOLINA: Per un Cavaliere della sua qualità, non guardo a queste piccole cose. Di queste salviette ne ho molte.

CAVALIERE: (Pero non posso negare, che questa non è una donna gentile). (Da sé.)

MIRANDOLINA: (Veramente ha una faccia berbera, è chiaro che le donne non gli piacciono). (Da sé.)

CAVALIERE: Dà la mia biancheria al mio cameriere, o la metta lì, in qualche luogo[34]. Non c’è bisogno di fare tutto da sola.

MIRANDOLINA: Oh, io non mi stanco mai, quando servo Cavaliere di così alto merito.

CAVALIERE: Bene, bene. (Donne! Tutte così). (Da sé.)

MIRANDOLINA: La metterò di là.

CAVALIERE: Sì, dove vuole. (Con serietà.)

MIRANDOLINA: (Oh! Quanto è duro. Ho paura di non far niente). (Da sé.)

CAVALIERE: (I pazzi sentono queste belle parole, credono alle donne che le dicono, e cascano). (Da sè.)

MIRANDOLINA: A pranzo, che cosa comanda? (Ritornando senza la biancheria.)

CAVALIERE: Mangerò quello che ci sarà.

MIRANDOLINA: Voglio sapere il suo gusto. Se Le piace una cosa più dell’altra, lo può dire con libertà.

CAVALIERE: Se vorrò qualche cosa, lo dirò al cameriere.

MIRANDOLINA: Ma in queste cose gli uomini non hanno l’attenzione e la pazienza che abbiamo noi donne. Se le piace qualche salsetta, lo dica a me.

CAVALIERE: La ringrazio: ma neanche per questo verso[35] Lei riuscirà a far con me quello che ha fatto con il Conte e con il Marchese.

MIRANDOLINA: Che dice della debolezza di quei due cavalieri? Vengono alla locanda per alloggiare, e pretendono poi di voler fare all’amore con la locandiera. Abbiamo altro in testa noi. Cerchiamo di fare il nostro interesse; se diamo loro delle buone parole, lo facciamo per tenerli a bottega; e poi, io, quando vedo che mi corteggiano, rido come una pazza.

CAVALIERE: Brava! Mi piace la Sua sincerità.

MIRANDOLINA: Oh! non ho altro di buono, che la sincerità.

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