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Практический курс итальянского языка. Продвинутый этап обучения - стр. 20

dai Salassi e da altre popolazioni celtiche, ossia galliche. Nel medioevo il territorio fu sede di ducati longobardi e quindi di contee carolinge, finché nel X secolo risultò spartito fra le grandi marche imperiali di Ivrea, di Torino e degli Aleramici (Monferrato e Liguria). Dopo il Mille i conti di Savoia (regione oggi francese confinante con il Piemonte) si estesero anche sulla Valle d'Aosta e sulle marche di Torino e di Ivrea, mentre dalla disgregazione della marca aleramica sorgevano nel XIII secolo varie signorie (marchesati di Saluzzo e del Monferrato) e liberi comuni (Asti, Cuneo, Alessandria). Su tutti prevalse però la signoria di Savoia. Trasformatosi nel 1720 in Regno di Sardegna, lo Stato Sabaudo fece del Piemonte il centro della formazione dell'unità d'Italia, proclamata a Torino nel 1861. Dal 1945 il Piemonte ha perduto la provincia di Aosta, trasformata in regione (Valle d'Aosta).

Economia. Il Piemonte si colloca tra le regioni economicamente più sviluppate d'Italia. L'agricoltura offre una produzione cospicua grazie ai terreni di pianura e collina. Prodotti agricoli principali sono: il frumento, il granturco, il riso, la segale, l'avena, le patate, la barbabietola da zucchero, i cavoli, le cipolle, i fagioli, le mele, le pere, le nocciole.

Molto sviluppata è la viticoltura. Tra i rinomatissimi vini piemontesi basterà ricordare il Barolo, il Nebbiolo, il Barbaresco, il Barbera, la Frèisa che con i grissini (un tipico prodotto locale) accompagneranno perfettamente i tipici piatti regionali: il bollito misto, i cardi in bagna cauda (intingolo di burro, olio, acciughe e aglio), la fonduta (crema calda di formaggio fontina, ricoperta di tartufi), ecc. E per concludere il pasto avremo un assortimento della prelibata pasticceria torinese, nonché il rinomato Asti spumante. Un'altra specialità gastronomica torinese è rappresentata dai gianduiotti, gli squisiti cioccolatini, che prendono nome da Gianduia, la popolare maschera cittadina. Questo personaggio, vestito alla moda dei primi anni dell'Ottocento (cappello a tricorno, giacca marrone, pantaloni sormontati al ginocchio da lunghe calze rosse), simboleggia un contadino energico e finto tonto. Anche i grissini, menzionati sopra, sono di origine torinese: il merito della loro invenzione sembra spettare ad un fornaio torinese, Antonio Brunero, che li avrebbe ideati nel 1679. Le cronache ci dicono che anche l'imperatore Napoleone I apprezzava i «piccoli bastoncini di Torino» e li voleva sempre sulla propria mensa.

Notevole è l'allevamento bovino e suino, che alimenta i rispettivi rami dell'industria alimentare.

L'industria non si limita al comparto dell'automobile – la Fiat e la Lancia – e ai settori ad essa connessi: siderurgia, pneumatici, accessoristica, materie plastiche, vetro, ma è consolidata anche in settori come il tessile, l'abbigliamento, il dolciario, la chimica, le attività grafico-editoriali. Ben sviluppato anche il settore commerciale. Buona la rete di vie di comunicazione. Le risorse minerarie sono modeste: tracce d'oro presso il M. Rosa e l'uranio nella Val Màira; manganese e magnesite nel Torinese; talco e grafite, magnetite. Abbondante è la produzione elettrica.

Torino dispone di un aeroporto (Caselle). Il turismo ha come mete principali Torino ed altre città storiche; il centro termale di Acqui Terme (Alessandria), le stazioni lacuali del Lago Maggiore e del Lago d'Orta; numerose stazioni montane.

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